venerdì 11 ottobre 2013

Non tutte le stelle sono pulsanti #3

(… segue da parte #2)

– Lo vedo bene come si sono sviluppati questi eventi senza un misero di intralcio! Guardati un po’: ti ritrovi qui, alla tua giovane età, seduto tra vecchi decrepiti rincitrulliti e per di più ubriaconi, a ingollare ogni sera litri e litri di birra, quando invece... Potresti benissimo essere in compagnia di una ragazza che ti fa perdere la testa, e che ti adora, e che si prende cura di te come tu di lei... Potresti accompagnarla al cinema, to’ al teatro se ti garba, e prepararle delle squisite cene a lume di candela su di una terrazza con vista mare e accoccolarti poi teneramente avvolto con lei, in un groviglio esasperato di lenzuola... Ecco bello e confezionato il tuo corso degli eventi! Bel lavoro, nulla da dire: impeccabile da ogni angolazione, davvero!... Ehi, pronto? Ci sei? Sveglia Ragazzo mio! Sì dico proprio a te!! Se mi fossi trovato io in una ghiotta occasione del genere mi ci sarei buttato a capofitto, altroché! Invece di stare lì a tentennare vacillante: questi succulenti varchi temporali, ragazzo mio, capitano poche volte nella vita; bisogna tenere sempre l’occhio allenato per riconoscerli subito, senza esitazioni, senza indugio, senza pensarci minimamente un attimo... Il mio consiglio è: calza una fionda e via, catapultati! In modo da cascarci letteralmente dentro... Fidati, non sbagli!
– Caro buon vecchio Oscar, – riprese interrogativo Italo tamburellando le dita sul banco – mi stai forse dicendo che tu alla mia età eri un tipo così sfrontato con le donne da navigare vittorioso in quella tempesta che ha solo e sempre seminato vinti? e che per la sua peculiarità si imbatte costantemente su chi, suo malgrado, tenta un approccio di apertura verso quel mondo così meravigliosamente problematico, ma anche così insensato nella sua complessità, che è stato alla fin fine definito come – racchiudendo l’enormità del concetto – Universo femminile? E che ci capivi alla grande di apro e chiudo le virgolette ghiotti-e-succulenti-varchi-temporali tanto da identificarli prontamente, riconoscerli nella loro inconfondibile potenzialità amorosa e immergerti in essi a capofitto senza alcuna esitazione?! Ma fammi il piacere! – E questa volta fu Italo che cominciò a ridacchiare di gusto, facendo segno a Martino se, per piacere, poteva portargli un’altra birra.
– Non sarò stato di certo un irresistibile latin lover, – aggiunse timidamente il postino – tuttavia ho fatto il mio, avendo amato le uniche due donne della mia vita che, caso ha voluto, mi hanno piantato entrambe per un altro; in scioltezza per di più... Così, mi sono ritrovato col vivere solo, coltivando, col passare degli anni, una sincera e amara disillusione verso questo desiderio tanto contradditorio quanto schizofrenico che ancora in molti chiamano amore. Dopodiché, avvilito da quelle piacevoli sensazioni rimaste solo un ricordo stropicciato, ho vinto un concorso fortuito alle poste e ho incominciato a sfrecciare indisturbato per le strade paesane, dedicando anima e corpo al lavoro, senz’altri pensieri, da una villetta a monte ad un’altra in riva al mare, consegnando posta e raccomandate sempre col sorriso stampato in viso: desideravo solo consegnare buone e indesiderate notizie, e magari anche qualche isolata lettera d’amore che desse un minimo di conforto nell’illusione... Perché vedi, anche se è solo una forte illusione che vive della sua precarietà l’amore è pur sempre un sentimento travolgente, per cui ne vale sempre la pena; perché nonostante tutto, nelle gioie e nelle tribolazioni, ti permette di sentire quando respiri e perché respiri, e magari, se tutto questo è così davvero sinceramente corrisposto, ti consente addirittura di condividere all’unisono il suo cerimoniale appassionato, con una persona che indossa come te il tuo stesso animo, reso forte e arrendevole al contempo poiché attinge alla fonte dell’incanto...
– Ma non avevi appena detto di essere un disilluso recidivo e solitario? – Domandò Italo con un sorrisino che si intromise nella pausa.
– Certo che lo sono, ma che scherzi? – Tuonò Oscar come mosso da un impeto confuso, e poi continuò – Ma non lo sai che la birra è famosissima per i suoi dannati sproloqui? Soprattutto se assunta in queste modeste quantità poi... Martino? – Fece segno al barista – Me ne porteresti gentilmente un’altra? Ti ringrazio.
E ordinata l’ennesima birra traboccante gli si illuminò la lampadina di un ricordo – A proposito di buste contenenti lettere, che idiota! Mi è sfuggito completamente di zucca... Qualche giorno fa è passata una ragazza mora alle poste, devo dire davvero un bel bocconcino... Ero appena rientrato dopo aver terminato il giro di consegne, e mi ha chiesto se, per cortesia, potevo recapitare una busta con francobollo, sebbene non fosse indicato alcun indirizzo sul retro; se conoscevo, insomma, il nominativo riportato sulla busta e potevo ugualmente consegnarla al legittimo destinatario... Ha detto che se l’è ritrovata erroneamente nella buca di casa sua; ma io non ci credo, dato che non l’ho mai vista da queste parti... E indovina un po’ che nome c’è scritto sulla busta immacolata? To’, per te: vista la consistenza e il peso suppongo contenga una lettera...
Così la lettera scivolò adagio nelle mani di Italo. Un sorriso d’intesa tra i due chiuse la conversazione e un sorso scese fresco lungo la gola. Proprio in quel momento la mente del nostro giovane rampollo tornò a quegli occhi luccicanti nella notte di San Lorenzo, come per meditazione, tra le sospese scintille scoppiettanti dei falò. Fuori intanto era ormai buio e la sera era calata da un pezzo. L’atmosfera sapeva di umido e le rimanenti goccioline sopravvissute alla pioggia accarezzavano lente le foglie degli alberi appesantiti. S’incamminò verso il mare senza pensarci, con andamento leggero e saltellante, proprio di chi si è appena fornito di un prezioso carico e non sa se dispensarlo in giro o goderselo tutto per sé, trasognato e passeggero. Era chiaro anche alle timide lumache spuntate qua e là che era riuscito a raccattare una sbronza di quelle memorabili. Al ché, aperto all’orizzonte delle onde rigate di bianco, abbracciò quel profumo di mare così amico e si rannicchiò, solo soletto, su un scoglio avvolto da improvvise folate di vento.
(continua parte #4)

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