mercoledì 19 novembre 2014

Vita da nomade

Sono un nomade, da anni ormai. Ho vissuto molti luoghi, e in tutti quei posti la posta in gioco era sempre molto alta: badare alla mia sopravvivenza. Ho varcato soglie imprevedibili del mio essere. Ho visto scene euforiche di un inedito me che si mescolava con le faccende del mondo. Ho avvertito il calore di lacrime che scendevano giù per colmare lo sfogo delle distanze. Ho macinato distese di chilometri, lastricate e paesaggistiche visioni di contesti del tutto diversi tra loro, completamente nuovi al mio occhio vergine e inesperto, la cui spazializzazione mnemonica si rifà, tutt'ora, a quelle persone incontrate lungo i sentieri, che continuano ad animarli irrequieti, in quelle gesta così sospese poiché impacchettate in vitali esperienze dedite ad un altro tempo, un tempo ormai andato, ma in quel modo unico e irripetibile che alberga ancora nella mia mente, cocciutamente, intenta a ricordare nostalgica... Sono una persona diversa ora. Tanto tempo è passato e il mio respiro è cambiato. La mia voce ha subito un'alterazione soddisfatta del timbro d'intonazione, e il mio sguardo, ormai, è decisamente di un maturo cenere. Ho fatto dell'imprevedibilità il mio punto di forza. Della sospensione del ricordo, e dell'arresto del desiderio volitivo, l'alternativa congeniale per concedermi all'adattamento fluttuante delle circostanze. L'incertezza è l'unica certezza che ho, ma tutto questo scontroso individualismo che si percepisce a giro mi ammazza, sì: ammazza lentamente la mia creatività, la denutrisce. La maggior parte delle persone continua a calpestare ignara queste strade pregne di lordume e, allo stesso tempo, continua a condurre la propria esistenza strozzata in questa morsa invisibile di disumanizzazione imperante... Il risultato è che ognuno è diventato tremendamente solo, costretto com'è ad essere libero di vivere la propria sonora solitudine esistenziale. Allora chiudo gli occhi, per un momento, anzi per due, e penso solamente alla mia prossima avventura esotica, alla mia prossima tappa mentale, lontano da qui.
Anonimo