L’abbraccio è un incontro di
mondi, è la pace in terra di persone di sconfinata generosità; è l’assioma
incontrovertibile che dona profusamente ristoro alle menti frustrate, che si
proteggono a vicenda, nella gioia e nel dolore, e nel rifugio momentaneo scampato
all’agitato frastuono posano gli occhi, e cantano.
Tale intreccio di braccia
fusti e menti consiste semplicemente in una sospensione sconfinata,
parcheggiata al centro di un momento religioso, che si accorda perfettamente all’eterea
melodia di quelle anime innocenti e pure, che, con immane fatica, consentono al
bene profondo di emergere, e di far sì che quell’instancabile palla blu, che
taluni appellano come mappamondo veleggiante, possa ancora girare.