mercoledì 8 ottobre 2014

Chiacchierata con Jean Baudrillard

"Garanzia Giovani": un altro slogan vuoto, inetto, così ripetitivo nella sua deleteria insignificanza: altra presa per il culo. Angelino, un emerito idiota. Anna Maria (Forza quel bel Paese che è l'Italia), scomparsa del corpo: manifestazione dell'osceno...
La scena girevole del transpolitico.
Far circolare un massimo di responsabilità a vuoto equivale a far esplodere l'irresponsabilità generale, e dunque a far saltare il contratto sociale. La regola del gioco politico è abolita non da una preciso esercizio della violenza, ma dalla circolazione impazzita di atti e di imputazioni, di effetti e di cause, dalla messa in circolazione forzata dei valori di stato, come la violenza, la responsabilità, la giustizia... Questa pressione è fatale per la scena politica.
Tutto ciò che dimentica questa scena e questa padronanza dell'illusione per dedicarsi alla semplice ipotesi e alla padronanza del reale cade nell'osceno. Il modo di apparizione dell'illusione è la scena, il modo di apparizione del reale è l'osceno.

Perché la sola sovranità è nella padronanza delle apparenze (che ci salverà). La sola complicità è nella comunanza collettiva dell'illusione e del segreto (le uniche che ci daranno speranza e che sono prive del non-senso: perché l'illusione il senso ce l'ha sempre avuto).
Tutte cose che, nell'era del transpolitico, nell'era dell'esacerbazione di tutto, dove il caso ci ha sprofondato in un'incertezza anormale che ci induce a reagire con un eccesso di causalità e di finalità, stiamo quasi definitivamente per perdere...

Il reale non cede a vantaggio dell'immaginario, cede a vantaggio del più reale del reale: l'iperreale. Più vera del vero: tale è la simulazione.
La presenza non cede di fronte al vuoto, cede di fronte a un raddoppiamento di presenza che cancella l'opposizione della presenza e dell'assenza.
Nemmeno il vuoto cede di fronte al pieno, ma di fronte alla pletora e alla saturazione - più pieno del pieno, tale è la reazione del corpo nell'obesità, del sesso nell'oscenità, la sua abreazione al vuoto.
Il movimento non scompare tanto nell'immobilità quanto nella velocità e nell'accelerazione - nel più mobile del movimento, se così si può dire, e che lo conduce all'estremo mentre lo spoglia di senso.
La sessualità non dilegua nella sublimazione, nella repressione e nella morale, è molto più certo il suo dileguare nel più sessuale del sessuale: il porno. L'ipersessuale contemporaneo dell'iperreale.
Più in generale, le cose visibili non trovano fine nell'oscurità e nel silenzio - svaniscono nel più visibile del visibile (vedi Facebook): l'oscenità.

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