martedì 2 settembre 2014

The Ciociaro's chronicles

Premessa

Questo è un racconto a puntate di alcune gesta, le gesta di un grande italiano medio – "medio" per un modo di dire che si rifà ad un immaginario collettivo arenatosi, ancora, nelle attuali – quanto inutili – classificazioni derivanti da una concezione di stratificazione sociale non più esistente; ma qui, per inciso, benché sia in atto una riconfigurazione globale della società tutta, si riprenderà, con estrema fedeltà, il termine (medio) in questione nella sua concezione desueta (ma, ripeto, ancora ampiamente dominante), poiché questa raccolta non ha nessunissima pretesa di deludere quell'immaginario consuetudinario in cui, ancora, il lettore si orienta più facilmente e senza esitazioni (anche se, è doveroso dirlo, diversi cambiamenti piuttosto evidenti della e nella struttura sociale hanno indotto certi scricchiolii non indifferenti che hanno, e stanno, generando smarrimento generale – chiusa parentesi). Proprio per questo motivo, sempre lui, il lettore, potrebbe dunque serbarsi in questa sede, – a fronte di uno scenario, diciamo così, più familiare – una possibilità convinta di trarne più agevolmente le sue personali coordinate di senso.
Detto questo, si procederà ad una descrizione preliminare e sommaria del nostro inimitabile personaggio – unico nel suo genere poiché è praticamente impossibile emularlo: toglietevelo dalla testa! – prima di addentrarci nelle peripezie più incredibili e forsennate del Nostro.
Quando dico "medio" è anche, più che altro, per un esercizio di semplicità. Difatti il nostro caro Ciociaro è considerato il re di coloro che possono essere etichettati nella categoria sociale media in quanto, pur accentuando le loro tipiche dinamiche relazionali, ed essendo a conoscenza delle più infime e congeniali loro strategie di comportamento e/o atteggiamento, egli trae tutto il vantaggio personale possibile prendendosi costantemente beffa di loro – solitamente alle loro spalle e con una donna-vetrina al suo fianco.
Stiamo parlando, per farla breve, di un animale sociale spietato che, nella sua illusoria accondiscendenza perenne verso gli altri, e nel suo perbenismo ultra-accentuato da rione, mostra senza alcuna esitazione una facciata statuaria (e sempre impeccabilmente pettinata) di chi dice di saperla sempre lunga, ottenendo inoltre e indiscriminatamente servigi a suo unico vantaggio porgendo, a chi gli è attorno (ma solo ogni tanto, giusto per far vedere), gli spiccioli rimasti della somma di notorietà da lui guadagnata. Così, ostentando e lasciando immaginare una ricchezza e/o nobiltà d'animo senza precedenti, detta i ritmi della moda passeggera che lui, principe fra tutti, permette solamente di annusare; perché fino a quando tutti gli altri saranno a malapena riusciti ad ottenere un granello di ciò che lui impersonifica qui ed ora, egli stesso sarà già lontano anni luce dal presente sogno agognato dagli altri, pronto come sempre è a renderlo immediatamente anacronistico (sempre quel sogno) ai suoi occhi, adocchiando sempre – con un intuito a dir poco sovrumano – nuove mode, e depredando improbabili sacche di mercato ovviamente fino ad ora sconosciute ai più.
Un ulteriore chiarimento, inoltre, è dedicato al termine "ciociaro". Salvo creare sconvolgimenti indentitari nei confronti di tutta la popolazione di origine o tutt'ora residente/domiciliante nel lembo di terra dell'appunto rispettabilissima Ciociaria, si vuole qui precisare che il termine in oggetto viene utilizzato solo ed unicamente come semplice appellativo di riferimento verso il nostro principale protagonista. Quindi, chi con quel termine si sente per ovvie ragioni in qualche modo toccato o chiamato in causa, deve sapere sin da subito che l'intento non è assolutamente quello di generalizzare.
Al contrario è, chiamiamola così, una simpatica connotazione affettiva che ha trovato spazio e sviluppo durante un'esperienza di vita condotta da alcuni personaggi piuttosto pittoreschi, in cui il Ciociaro, essendone stato a piene mani immerso, ha dimostrato le qualità esorbitanti della sua inarrivabile persona, spendendole e condividendole nel tragitto rocambolesco percorso  assieme a tutti gli altri. Dunque, questi personaggi compagni di avventure, avendo origini differenti, hanno individuato, in quel termine, il più naturale e spontaneo modo per riconoscere e identificare il Nostro. Tutto qui.

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